Vigneto con grappolo d'uva

Vitigni e uva in Italia

I vitigni e le uve da vino L 'antichissima Vitis vinifera, una delle tante specie del genere Vilis, dando frutti adatti al consumo umano è stata sfruttata e poi coltivata da tempo immemorabile estendendosi in diversi continenti a latitudini molto varie. Ciò ha prodotto diversificazioni e cambiamenti notevoli dei ceppi progenitori: ora si coltiva un numero imprecisato di vitigni, varietà di vite, ciascuno dei quali può suddividersi ulterionnente per incroci o per clonizzazioni o per adattamento ai climi e ai terreni.

Vale la pena di osservare d'altronde che la tendenza è quella di privilegiare le varietà di vitigno migliori, in colture specializzate

A seguire alcuni vitigni e i tipi di vino che si ottengono in prevalenza da ciascun vitigno.


Aglianico.

Di origine antichissima, introdotto in Campania dalla Grecia, andò successivamente diffondendosi in Basilicata e in Puglia. Se ne coltivano generalmente due popolazioni diverse, una nella zona del Taurasi e una nel Vulture. Un tipo a grappolo molto grosso Aglianicone va attualmente scomparendo daHa coltivazione. Ha foglia di media grandezza, pentagonale, trilobata, di colore verde cupo, pagina inferiore lanuginosa, lembo un po' ondulato. Il grappolo è medio, più o meno compatto, conico o cilindrico, con ali evidenti; acino medio, sferoide, di colore blu-nero, di separazione un po' difficile; buccia pruinosa, spessa; polpa succosa, neutra, acidula. Vitigno di buona vigoria, dà produzione media e costante. Si vendemmia piuttosto tardivamente. Dà vini di colore rosso rubino intenso, di sapore fresco, fruttato, giustanlente tannico e acido, di corpo, annonico. Questi vini, invecchiati acquistano in finezza.


AIbana.

Forse originario dei Colli Albani, ha trovato diffusione in Romagna: ne esistono numerosi cloni a uve bianche e una rara versione nera. Dà gli omonimi vini (anche D.O.C.G.) secchi, doici e passiti.


Barbera.

Originario del Monferrato, ampiamente diffuso in Piemonte e Lombardia, ha trovato aree di coltivazione nell'Appennino toscoemiliano, in Campania e limitatamente un po' ovunque nel sud. La varietà è abbastanza omogenea. Ha foglia di media grandezza, pentagonale, con pagina superiore quasi glabra. Il grappolo è medio, cilindrico-piramidale, giustamente compatto; acino medio, ellissoidale, di colore blu intenso a stacco relativamente facile; buccia pruinosa, sottile; polpa succosa, neutra, dolce, acidula. Vitigno di media vigoria, dà produzione ottima e costante. Si vendemmia a epoca media. Se ne ottengono vini di colore rosso rubino più o meno intenso, di delicato profumo vinoso, fruttati, giustamente di corpo, abbastanza acidi e tannici, talvolta frizzanti e piacevoli nella loro fragranza giovanile; nelle zone classiche di coltura può dare un vino di corpo, asciutto e tannico, da destinare all'invecchiamento.


Bombino Bianco.

Coltivato principalmente in Puglia, è presente con la denominazione Pagadebit in Emilia Romagna e un po' ovunque lungo la costa adriatica, confuso con altre varietà. Dà vini bianchi profumati e asciutti ed entra spesso in uvaggio con altri vitigni.


Cabernet Franc.

Sono presenti in Italia due sottovarietà di origine francese, l'una coltivata in Francia, l'altra prevalentemente in Italia; il tipo francese è presente solo nelle province di Brescia e di Frosinone. Il Cabemet Franc è dllfuso nelle Tre Venezie, specialmente in Friuli e Trentino. La varietà del Cahemet Franc tipo italiano ha foglia media, pentalohata, lembo ondulato di colore verde scuro, glabro, denti pronunciati; gmppolo medio-grosso, tronco piramidale, alato, spargolo, spesso acinellato; acino medio-grosso, rotondo; buccia di colore blunero pruinosa, resistente; polpa un po' carnosa, di evidente sapore erbaceo. Molto vigoroso, dà produzione media e relativanlente costante nei climi nordici; più abbondante e di qualità inferiore nei climi caldi centro-meridionali. La vendemmia è mediotardiva. Se ne ottengono vini di colore rosso rubino intenso, ricchi di corpo, mediamente alcolici, fruttati, con caratteristico gradevole sapore erbaceo, annonico, pieno, di gran classe. Questi vini sopportano un leggero invecchiamento di 2-3 anni, affinandosi e perdendo progressivamente l'aggressività e l'erbaceo giovanile.


Cabernet Sauvignon.

Di origine bordolese, è diffuso nelle aree temperato-calde di tutto il mondo; in Italia è stato recentemente adottato un po' ovunque. Ha bacca nera; dà vini rossi caratteristici, anche da invecchiamento. Entra come migliorativo negli uvaggi.


Cannonao.

Originario della Spagna, coltivato nel mezzogiorno della Francia, si è diffuso successivamente in Sardegna e nel Veneto in provincia di Vicenza (Tocai Rosso). Ha foglia media, tondeggiante, trilohata, a lemho glabro, ondulato, liscio, di colore verde intenso; grap polo medio, tronco piramidale, compatto, alato; acino medio, ovoide, di colore blu-violetto distribuito irregolannente; buccia abbastanza spessa e pruinosa; polpa succosa; di sapore semplice, dolce. È vigoroso, con produzione buona e costante. Dà vini rosso rubino chiaro, di sapore gradevole e speciale, fruttato, armonico' di struttura leggera. Nelle zone più calde se ne può ottenere un vino rosato, dotato di delicato profumo, fruttato, gradevole. AI nord entra nell'uvaggio con il Barbera che gli dà struttura e vivacità.


Carignano.

Originario della Spagna, comune in Francia meridionale, in Corsica, in Califomia, si coltiva specialmente nella Sardegna sud occidentale: dà i vini D.O.C. Carignano del Sulcis, rosso e rosato. Entra spesso in uvaggio con altri vitigni delle varie aree di coltura.


Catarratto Bianco.

Presenta due varietà: "lucido" e "comune". Coltivato da sempre in Sicilia, caratterizza la viticoltura e rientra in molti vini dell'isola. Componente primario dell'Alcamo D.O.C., base apprezzata per Marsala e Vermouth, aggiunge corpo e gradazione a vari altri vini di diverse zone fra cui l'Etna Bianco, il Corvo Bianco, i Regaleali bianco.


Cbardonnay.

Di provenienza francese, coltivato all'origine nella zona della Champagne e della Borgogna, ha trovato ampia diffusione nelle varie zone viticole del mondo. Coltivato soprattutto nelle Tre Venezie e in Lombardia, sta rapidamente diffondendosi nel centro e sud Italia per le sue capacità di adattarsi ad ambienti diversi. La varietà è ahbastanza omogenea. Ha foglia media, tondeggiante, quasi intera, lembo un po' bolloso, verde cupo, scarsamente provvisto di tomento. Il grappolo è medio, tronco-conico, con un'ala evidente, giustamente compatto con presenza spesso trascurabile di acinellatUfa dolce; acino medio, di colore giallo-dorato; buccia di media consistenza; polpa succosa, dolce, di sapore semplice con aroma più o meno evidente. Vitigno vigoroso, a gennogliamento molto precoce con produzione media e costante. Ha vendemmia precoce o precocissima qualora si vogliano ottenere vini per base spumante. Dà vini di sapore tipicamente varietale, di colore giallo paglierino con riflessi dorati, con aromi e profumi delicati, di corpo, giustamente acidi, di buona alcolicità. Ottimo come base spu mante, vinificato in bianco assume un colore giallo paglierino. Il suo utilizzo nel taglio porta a interessanti miglioramenti di altri vini tendenzialmente neutri.


Cortese.

Autentico piemontese dell'Alto Monferrato, molto diffuso nell'Alessandrino e sulle colline di Novi e Tortona, si è esteso in altre aree limitrofe e un po' anche nel Veronese. Dà origine al prestigioso vino bianco di Gavi e in genere a vini mediamente alcolici, vivi, asciutti, armonici, profumati, adatti anche alla spumantizzazione.


Corvina Veronese.

Di origine ignota, questo vitigno a uve nere che comprende i vitigni Gentile e Grossa è intensamente coltivato nel Veronese e nelle aree collinari di Valpolicella, Valpantena e Bardolino. Componente essenziale dei vini Bardolino e Valpolicella, è base quasi esclusiva del Recioto e dell'Amarone, ottenuto da grappoti parsialmente essiccati.


Croatina.

Di origine antica ma incerta, si coltiva prevalentemente in Lombardia, in specie nell'Oltrepò Pavese (dove viene detta Bonarda e spesso confusa con la vera Bonarda Piemontese) e nelle aree viciniori. Dà vini rossi carichi, fruttati, rotondi; viene normalmente vinificata in uvaggio con Barbera, Uva Rara (e altre) per ottenere vini superiori, pregiati.


Dolcetto.

Originario dell'Acquese, è molto diffuso in Piemonte, specialmente nelle Langhe, dove alligna da secoli e ha sconfinato anche nelle regioni circostanti: in Liguria è chiamato Onneasco. Se ne ottengono vini rossi di colore intenso, dal profumo vinaso, delicato, fresco, di gusto amarognolo, giustamente di corpo.


Falanghina.

Di origine greca, già apprezzata dai Romani antichi che ne ottenevano probabilmente il bianco Falerno, trova limitata coltivazione in Campania dove dà vini giallo paglierino con riflessi dorati, di profumo caldo, vellutato e di gusto fine, pariicolare. Rientra negli uvaggi dei vini D.O.C. Falerna del Massico e Capri Bianco.


Fiano.

Coltivato soprattntto nell'Avellinese, ha origine antica risalente all'epoca romana. Presenta foglia media, orbicolare, trilobata, lembo piano, opaco, cotonoso sulla pagina inferiore; grappolo medio-piccolo, semicompatto, piramidale con un'ala molto evidente; acino medio, elissoidale, di colore giallo ambrato; buccia consistente e pruinosa; polpa leggennente croccante, di sapore dolce, semplice. Vitigno di notevole vigoria, dà produzione media e abbastanza costante; vendemmia media. Se ne ottengono vini di colore giallo paglierino anche scarico, freschi, asciutti, annonici, di odore gradevole e speciale.


Gaglioppo.

Antico, forse di origine greca è coltivato in Calabria, prevalentemente nella zona di Cirò. A frutto nero, costituisce la base del vino rosso Cirò D.O.C. e di altri rossi da uvaggi, più o meno carichi, sempre gustosi, più o meno corposi, spesso suscettibili di invecchianlento. Assume localmente vari sinonimi: Arvino, Lacrima Nera, Mantonico Nero.


Garganega.

Vitigno considerato indigeno italiano ma forse di origine greca, a uve bianche, abbastanza diffuso. È tipico soprattutto nel Veneto dove costituisce la base dei vini Soave nel Veronese e compare nelle zone di Gambellara, di Custoza, dei Colli Berici, dei Colli Euganei. È presente anche nella parte orientale della Lombardia e in altre regioni, occasionalmente o per varietà pressoche identiche come il Grecanico di Sicilia.


Greco di Tufo.

È un clone di antiche varietà greche apprezzato fin dall'antichità, coltivato prevalentemente in provincia di Avellino, poi altrove in Campania. Le sue uve bianche danno il vino omonimo molto elegante, anche D.O.C. e rientrano in altri vini campani conferendo il profumo, i'eleganza, il corpo di cui sono dotate.


Insolia.

È varietà a frutto bianco che si ritiene indigena siciliana, coltivata soprattutto in Sicilia ma anche lungo la costa toscana e sull'isola d'Elba. È chiamata anche coi sinonimi Anzonica o Ansonica. Se ne ricavano vini secchi da tavola di carattere delicato come il Corvo Bianco o il Regaleali. Rientra anche nelle varietà moderne del Marsala.


Lambrusco.

Nome di una famiglia di vitigni con diverse sottospecie. È forse derivato da una specie selvatica della zona appenninica che i Romani chiama vano Labrusca o Lambrusca. Le sottospecie salienti sono; di Sorbara (vedere descrizione a parte); Grasparossa (dai graspi rossi), proveniente da Castelvetro nel Modenese; Salamino (nome derivante dalla fomla del grappolo), proveniente da Santa Croce vicino a Carpi; Marani coltivato nelle province di Reggio Emilia e Modena; Maestri e Montericco molto produttivi; Viadanese (così denominato dalla città di Viadana in Lombardia); a Foglia Frastagliata, assente in Emilia e prevalentemente coltivato nel Trentina, dove è considerato originario ed è la varietà a uva nera più diffusa della provincia. Le uve Lambrusco sono prevalentemente impiegate, in purezza o in uvaggio, per vini rossi il più delle volte frizzanti, secchi o dolci.


Lambrusco di Sorbara.

È uno dei più classici Lambruschi emiliani, di cui attualmente si coltiva unicamente il tipo a graspo verde e ad acino subrotondo, esclusivamente in provincia di Modena. Ha foglia qnasi media, pentagonale, intera, di colore verde opaco, lanuginosa nella pagina inferiore; grappolo di media grandezza, allungato, piramidale, spesso alato, semi-spargolo e spargolo per colatura e acinellatura. Vitigno molto vigoroso, di produzione media e relativamente costante; vendemmia medio-tardiva. Più pregiato degli altri Lambruschi, imbottigliato da giovane e ancora amabile, produce un vino quasi asciutto e frizzante, di colore rosso rubino vivo con riflessi granata, con profumo speciale che ricorda quello della violetta, ahhastanza di corpo, fresco, sapido, armonico. In mescolanza con gli altri Lambruschi migliora sensibilmente il prodotto.


Malvasia Bianca di Candia.

Originaria come altre Malvasie dal Peloponneso, si è diffusa nel Lazio e in Campania e, seppure limitatamente, un po' ovunque nell'Italia centro-meridionale. Varietà relativamente omogenea, ha foglia grande, pentagonale, tri-quinquelobata, lembo leggermente ondulato, liscio, di colore verde carico, quasi glabro; grappolo grande, piramidale, alato; acino medio-rotondo di colore giallo dorato; buccia sottile e consistente, poco pruinosa; polpa sciolta, di sapore semplice o leggermente aromatico, dolce. È vitigno mediamente vigoroso con produzio ne ottima e costante e vendemmia media. Dà vini di colore giallo paglierino carico, leggermente profumati, sapidi, amorognoli; spesso viene vinificato assieme ad altre uve perche solo nelle zone classiche di coltura può dare un prodotto armonico, caratteristico e abhastanza fine.


Malvasia del Lazio.

Anch'esso probabilmente proveniente dal Mediterraneo orientale, è coltivato fin dall'epoca romana sulle colline laziali. I grappoli a bacca bianca danno vini giallo paglierino, lievemente aromatici; sapidi; si utilizzano normalmente in uvaggio con altre uve bianche e conferiscono aj vini note gentili di profumo e di gusto oltre che corpo.


Merlot.

Di provenienza Bordolese è stato fra i primi introdotti dalla Francia ed è uno dei vitigni a uve rosse più coltivati in Italia (dopo Sangiovese e Barbera). Largamente diffuso nelle Tre Venezie, è giunto poi nel Lazio, in Campania ed è presente pure in Lombardia, nel Bresciano. Se coltivato in posizioni vocate e con rese contenute può dare vini rossi tipici fruttati, intensi che rivaleggiano in finezza con i Cabernet. Rientra in uvaggi o in tagli con Sangiovese e Cahemet, spesso completandone la qualità.


Monica.

Probahilmente di provenienza spagnola, la varietà viene coltivata in Sardegna dove un tempo era maggionnente diffusa ma dove costituisce tuttora la base di vini rossi morbidi e leggeri come il Monica di Sardegna D.O.C., frizzante secco o amahile e il Monica di Cagliari D.O.C., Dolce naturale, Secco o Liquoroso.


Montepulciano.

Forse proveniente dalla Toscana come indicherebbe il nome, ha trovato ampia diffusione in Abruzzo per cui è detto anche Montepulciano d'Abruzzo: si coltiva su larga scala nell'Italia centrale e meridionale. Dà vini rosso rubino intenso, profumati, asciutti, fruttati, tannici, corposi oppure, se vinificato in bianco, vini rosati piacevoli, sapidi, fruttati, di ottima qualità.


Moscato Bianco.

Le viti Moscato allignano un po' ovunque in Italia sia pure con qualche caratteristica differenziale ma tutte con frutti dall'aroma tipico del vitigno di cui esistono persino delle varietà con bacche scure. Probabilmente originario dell'Asia Minore e portato dai Fenici e dai Greci, già diffuso in epoca romana, il Moscato ha trova to l'area preferenziale di coltura sulle colline piemontesi e nell'Oltrepò Pavese. È anche diffuso nei Colli Euganei, nel Senese, nella zona di Trani, a Siracusa, a Pantelleria (varietà Alexandria detta Zibibbo). I vini da uve moscato sono diversi in relazione alle aree di coltura e ai tipi di lavorazione: pur se esistono rari esempi di vini secchi, le vinificazioni piùcomuni riguardano i tipi spumanti, più o meno dolci, specialmente prodotti nelle aree settentrionali e i tipi liquorosi, dorati o ambrati, alcolici e dolci, specialmente prodotti nel sud e nelle isole (ma anche in Trentino-Alto Adige, in Piemonte e altrove).


Nebbiolo.

Originario probabilmente della zona di Alha e coltivato da epoche antiche, si è andato diffondendo in aree ben delimitate in Piemonte e in Lombardia dando origine a vini nobilissimi che prendono il nome dalle zone di coltura. Ha assunto in certe zone denominazioni locali (Spanna e altre). La varietà è molto eterogenea, anche se a volte le differenze dipendono da fattori ambientali. Il più diffuso è il tipo Lampia che ha caratteristiche intermedie: fogiia più che media, pentagonale, trilobata, qua,'i glabra; grappolo di media grandezza, di fonna piramidale, alato, semicompatto; acino medio, sferoide; buccia pruinosa di colore violaceo scuro, resistente; polpa succosa, di sapore semplice, dolce, acidula e astringente. Vitigno vigoroso, dà produzione buona e costante se vengono rispettate le aree idonee alla coltura; la vendemmia è tardiva. Dà vini diversi in funzione delle aree di coltivazione, comunque sempre prestigiosi, che con gli anni evidenziano proprie caratteristiche organolettiche. Di colore rosso rubino intenso, ricchi di corpo, ben dotati di tannino, di discreta acidità, alcolici, quasi fruttati, di sapore asciutto, si affinano notevolmente con un lungo invecchiamento evolvgente. Vitigno vigoroso, dà produzione buona e costante se vengono rispettate le aree idonee alla coltura; la vendemmia è tardiva. Dà vini diversi in funzione delle aree di coltivazione, comunque sempre prestigiosi, che con gli anni evidenziano le proprie caratteristiche organolettiche. Di colore rosso rubino intenso, ricchi di corpo, ben dotati di tannino, di discreta acidità, alcolici, quasi fruttati, di sapore asciutto, si affinano notevolmente con un lungo invecchiamento evolvendo l'originale rusticati, vivi, fruttati.


Piedirosso.

Già conosciuta in epoca romana, questa varietà a uve rosse è particolannente apprezzata e diffusa in Campania ed è basilare per i vini rossi (anche D.O.C.) di Capri, del Vesuvio e di Ischia. Ha alcuni sinonimi: Palombina, Per'e Palummo, Piede di Colombo.


Pinot Bianco.

Di antica origine, in Italia si coltiva in aree ristrette, specialmente in Trentina-Alto Adige, Lombardia e nelle Tre Venezie. Il vino che ne deriva è giallo con riflessi verdognoli, asciutto, di gusto delicato, ricco d'alcol e di acidi, quindi adatto a invecchiare. Rientra anche in diversi vini base per spumanti di qualità.


Pinot Grigio.

Di origine francese, si è diffuso in Gennania e quindi in Trentina-Alto Adige. Successivanlente è stato coltivato con una certa intensità nelle Tre Venezie e in particolare nel Friuli. La varietà è abbastanza omogenea. Ha foglia piccola, cordifonne, trilobata, lembo largamente piegato a coppa, holloso di colore verde cupo. Il grappolo è piccolo, cilindrico, spesso con un'ala, compatto; acino piccolo ovoidale, spesso defoffilato per la troppa compattezza del grappolo, stacco abbastanza facile; buccia grigio-rosa, leggera, pruinosa; polpa succosa di sapore semplice. Vitigno leggennente vigoroso ma abbastanza fertile da cui con impianti fitti si possono ottenere buone produzioni; vendemmia abbastanza precoce. Vinificato in bianco dà un vino di colore giallo paglierino, profumato, di sapore asciutto, alcolico, morbido, giustamente acido che assume con leggero invecchiamento un finissimo bouquet. Vinificato in ramato, dà un vino di sapore leggermente amarognolo, fruttato, di corpo, caldo, da non invecchiare.


Pinot Nero.

Dalla Borgogna e dalla Champagne si è diffuso nel mondo. In Italia è speciaimente (ma non esclusivamente) coltivato nelle regioni Trentino-Alto Adige e Lombardia dove le sue uve sono talvolta vinificate in rosso per ottenere vini fini, delicati ma concettosi e adatti a invecchiare e il più delle volte vinificate in bianco per vini da cui si ottengono spumanti fragranti e di nerbo. La sua coltivazione è in espansione anche in Friuli Venezia Giulia e nell'Italia centrale. Primitivo. Di origine incerta è coltivato nel Barese (Gioia del Colle) fin da prima del XVII secolo e si è poi diffuso nel Tarantino occupando in Puglia superfici assai vaste. lIa foglia media, pentagonale, quinquelobata con lembo ondulato, verde cupo; grappolo medio, semicompatto, alato; acino medio, blu con buccia pruinosa, polpa succosa di colore vinoso e di sapore speciale, dolce. Produttivo e assai precoce dà vini di colore vivo, violaceo, molto alcolici, di media acidità, corposi, con aroma particolare, adatti anche per il taglio: fra ques1i vini, certi Manduria (D.O.C.) e Gioia del Colle (D.O.C.), secchi e dolci.


Prosecco.

Prende il nome dal paese del Carso Friulana di cui sarebbe originario, ma forse proviene da zone più orientali. È particolarmente diffuso nelle Colline Trevigiane dove lo chiamano pure Tondo o Balbi e coltivato meno intensamente nelle Colline Padovane. È presente anche sui Colli Euganei dov'è chiamato Serprina. Dà gli omonimi vini (fra i quali il D.O.C. di Conegliano-Valdohbiadene) bianchi, pre gevoli per tipicità, secchi, amabili o dolci, generalmente frizzanti o spumanti.


Ribolla Gialla.

Si distingue dalla Ribolla Verde che è rara e dalla Nera, conosciuta come Schioppettino. Nel Friuli, con centro nel Collio e nei Colli Orientali, dove la sua coltivazione risale a secoli addietro, lo si considera indigeno ma ceppi simili si coltivano oltre confine più a est e in Grecia. Le sue uve giallo alaI)a"tro danno vini brillanti, pagiierino-verdognoli, di corpo medio, con gusto acidulo, quasi di agrumi, adatti a un certo invecchianlento che li ammorbidisce.


Riesling ltalico.

Probabilmente originario dell'Europa centrale, è molto diffuso lungo il Danubio orientale; in Italia ha il suo centro di coltivazione nell'Oltrepò Pavese; è presente pure in alcune aree collinari del Veneto. La varietà è molto omogenea, con foglia media, quasi intera o trilobata, lembo verde chiaro, lucente, denti pronunciati; grappolo medio-piccolo, cilindrico, compatto, con un' ala; acino medio, sferoide, di colore giallo più o meno carico; buccia consistente, con ombelico evidente; polpa succosa, dolce di sapore semplice. Vitigno a vigoria discreta, dà produzione buona e costante vendemmia media. Dà vini giallo paglierino, leggermente profumati, di sapore asciutto, non molto di corpo, giustamente alcolici, gradevolmente amarognoli e fruttati, prowisti da giovani di fragrante freschezza.


Sangiovese.

Di origine toscana o comunque dell'Appennino tosco-emiliano, ha trovato ampia diffusione in tutta l'Italia centrale distinguendosi in biotipi diversi. Più recente è la sua coltivazione nel sud e nelle isole. La varietà è abbastanza diffonne. Attualmente sono soprattutto in coltivazione nelle varie aree i tipi a grappolo medio o grande, ad acino grosso, di buona vigoria. Appartengono al tipo Sangiovese Grosso, il Brunello di Montalcino da cui il celebre vino omonimo e il Prugnolo Gentile da cui l'altra D.O.C.G. Vino Nobile di Montepulciano; il tipo Sangiovese Piccolo è invece il più diffuso nel Chianti, dove assume la denominazione di Sangioveto. Ha foglia media, pentagonale, qllinquelobata o trilobata, di colore verde chiaro, sottile, tendenzialmente glabra; grappolo medio o medio-grande, ci lindrico piramidale o tronco conico con ali più o meno pronunciate, abbastanza compatto; acino me dio o grosso, elissoidale o subrotondo, a stacco facile; buccia pruinosa di colore nero violaceo; polpa discretamente consistente, dolce-acidula, leggermente colorata in rosa. Vitigno vigoroso di produzione abbondante e costante; vendemmia media. Se ne ottengono vini di colore rosso rubino intenso, tannici, di buon corpo, armonici, con gradevole retrogusto amarognolo, fruttati da giovani, invecchiati sprigionano profumi affinandosi notevolmente.


Sauvignon.

Originario della Gironda e della Loira, fa parte dei vitigni francesi di importanza internazionale che si sono diffusi un po' ovunque nel mondo. In Italia ha dato vini ottimi in Friuli e in Alto Adige, diffondendosi anche in Toscana, Piemonte, Umbria e poi nel meridione. Anche in Emilia si ritrova sotto il nome di Spergola. Ciò con riferimento alla varietà bianca classica da cui si ottengono vini aromatici, delicati con sentori di penerone dolce, asciutti, caldi, che si prestano a operazioni di taglio, di affinamento sperimentale, spesso con risultati disparati come accade per gli Chardonnay con i quali può essere messo in rivalità come prodotto da passare in piccole botti e da invecchiare.


Schiava.

Varietà non omogenea soprattutto per la forma del grappolo e per il colore degli acini, assume varie aggettivazioni come Gentile, Grossa, Grigia (in tedesco Vernatsch, Kleinvernatsch, ecc.). Di origine tirolese, coltivata da secoli in Trentina, è presente anche in Lombardia e in Veneto. La Schiava Grossa dà uve a bacca blunera, adatte anche a essere consumate come frutto fresco, dalle quali si ottiene un vino rosso rubino scarico, leggero di corpo e d'alcol, profumato, fruttato, piacevole. La Schiava Grossa dà uve a bacca blunera, adatte anche a essere consumate come frutto fresco, dalle quali si ottiene un vino rosso rubino scarico, leggero di corpo e d'alcol, profumato, fruttato, piacevole. La varietà si utilizza anche in uvaggio con altre.


Trebbiano.

È nome comune di una vasta serie di viti a frutto bianco, che occupano uno spazio preminente nella viticoltura italiana. Forse di origine greca, è presente nelle sue versioni da tempo immemorabile in molte rginario del bacino orientale del Mediterraneo, si è diffuso dapprima in Italia e successivamente in Francia. Nel nostro Paese viene coltivato principalmente nel centro e nel sud comprese le isole; nel nord è coltivato limitatamente ad alcune aree viticole calde e soleggiate. La varietà è abbastanza omogenea. Ha foglia grande, pentagonale, trilobata, a lembo bolloso, pagina inferiore tendenzialmente lanuginosa. Il grappolo è grande, cilindrico o conico con ali evidenti, giustamente spargolo o semicompatto; acino medio, sferoide, di colore giallo chiaro, trasparente; buccia di media consistenza; polpa sciolta, succosa, acidula-dolce, neutra. Vitigno vigoroso, dà produzione abbondante e costante; vendemmia ahbastanza tardiva. Dà vini di colore giallo paglierino, con profumo leggero di fiori, snelli di corpo, vivaci di acidità, di buona beva anche se non molto caratteristici. Ne è consigliabile la vinificazione in uvaggio o il taglio con altri vini, quali Malvasia Toscana, Verdicchio, Chardonnay, Sauvignon e altri.


Verdicchio.

Di origine antichissima, forse discendente dall'antica famiglia del Greco-Trebbiano, si coltiva principalmente nelle Marche e sporadicamente nelle regioni limitrofe. A parte i diversi cIoni, èvarietà relativamente omogenea. Lo si considera imparentato con certi Trebbiani, lo si confonde con vitigni di nome analogo (Verdeca, Verdone, Verdello, Verduzzo) con cui fa analogia per il colore delle bacche verde-giallastro. I vini marchigiani che ne portano Il nome, fra cui quelli a D.O.C. (dei Castelli diJesi, di Matelica) sono giallo paglierino-verdognoli, sottilmente profumati, piacevolmente amarognoli, snelli di corpo, asciutti.


Vermentino.

Molto probabilmente di origine spagnola, si è diffuso in Liguria, Sardegna e Toscana. La varietà è relativamente omogenea. Ha foglia medio-grande, pentagonale, quinquelobata con seni a bordi sovrapposti, lembo di co lore verde cupo un po' bolloso, quasi glabro. Il grappolo è medio-grosso, cilindrico-piramidale, a volte un po' spargolo; acino medio-grosso, sferoide, di colore giallastro; buccia pruinosa di media consistenza, ombelico persistente; polpa succosa di sapore neutro. Oi vigoria hllona dà produzione ahhondante e costante; vendemmia media. Dà vini di colore giallo con riflessi dorati, di profumo ampio e fresco, di sapore asciutto, rotondo, caldo, delicatamente aromatici che migliorano con un breve invecchiamento.


Vernaccia di San Gimignano.

Di provenienza ignota è pre'iente nel comune di San Gimignano e in qualche altro vigneto toscano e umhro. Ha grappolo medio-grande, acino rotondo, giallo con riflessi verdi, polpa snccosa di sapore neutro. Ha buona vigoria, costante e abhondante produzione. Dà un vino paglierino chiaro, abhastanza asciutto, alcolico, di profumo delicato con bouquet leggermente aromatico.